nel giardino dei sentieri che si biforcano

gli arcani dei tarocchi sono sono chiavi di lettura, molteplici percorsi che puoi seguire per attraversare un intreccio di diverse opere poetiche


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il Bagatto

Il Bagatto, o Mago, è Hermes, il dio dai piedi alati, continuamente in viaggio, vuoi come messaggero salvatore, vuoi come guida dei sogni e delle anime.
Egli è il dio dell'umido sentiero, del primordiale mondo del percorso.
Il viaggiare di Hermes è la dimensione della ricerca del percorso iniziatico, ma anche dello smascheramento e dell'autenticità: tra compagni di viaggio si fanno esperienze della più schietta franchezza, quasi fino alla nudità, come se il viaggiatore lasciasse dietro di sé ogni vestito e ogni maschera.

la Papessa

La Papessa è la guardiana della notte e del mondo occulto, domina le sfere delle tenebre, inaccessibili alla comprensione comune; con la sua essenza femminile, è la rappresentazione simbolica della conoscenza intuitiva, ricettiva, alternativa, che si espande fuori dai canali istituzionali e che, nella sfida perenne ai lacci e ai vincoli dell'ortodossia, percorre strade vietate, ambigue, pericolose...
Essa è la vergine che regna nelle regioni dell'inconscio, coperta da un velo ma piena di fruttuosa potenza, se il velo è squarciato.

l'Imperatrice

Dietro il viso radioso dell'Imperatrice terrena si nasconde qualcosa di divino: la Grande Madre dei Misteri.
L'idea del conseguimento e della compiutezza ci trasporta direttamente nel cuore del messaggio di Demetra (De-Mater), che suggerendo ai suoi adepti le nozze mistiche suggeriva all'essere il suo telos, il suo adempimento.

l'Imperatore

L'Imperatore garantisce l'unità nella diversità: seduto sul suo trono cubico egli è il sovrano costruttore che trasforma la duttile e caotica materia informe; egli organizza e inquadra ogni creatura in un ordine universale, matematico, immutabile.
La sua figura evoca l'antico concetto della regalità sacra: il sovrano è considerato simbolicamente come un mediatore tra il potere divino e la vita sulla terra.
Secondo le antiche credenze da lui dipendeva l'abbondanza dei raccolti, il suo tocco era considerato risanatore, il suo potere si estendeva sulla vita e sulla morte.

il Papa

Simbolo della più alta autorità spirituale, il Papa è la saggezza superiore.
La sua sapienza pacata e mai turbata da passioni umane è chiamata a giudicare tendenze opposte, a conciliare antagonismi apparentemente inconciliabili, a tracciare un ponte tra passato e presente, tradizione e progresso, ragione e sentimento, cielo e terra.
Il Papa è il Grande Sacerdote, il maestro dei misteri, il grande indovino: egli rappresenta l’essenza delle dottrine occulte di cui è garante e custode.

l'Innamorato

L’Innamorato, chiuso fra la minaccia di Eros con il suo arco, in alto, e ai lati fra due fanciulle in veste l’una di regina e di l’altra di cortigiana, è la rappresentazione emblematica dell’uomo incapace di scegliere fra l’Amor Sacro e l’Amor Profano: egli ci dice che il campo di azione di ogni personalità è delimitato da due poli essenziali, da una parte quello della saggezza, quello della stolta superficialità dall’altra.

il Carro

Il Carro sta a significare la pienezza della divinità manifesta: è la sede di tutti gli archetipi cosmici preesistenti alla realtà naturale.
Il Carro è il trono divino, e tutto ciò che l’eterno ha creato, lo ha fissato al suo trono.
Il trionfatore sul Carro, la figura che apparve ad Ezechiele nella gloria dell’Eterno, è Metatron il Cherubino eccelso, il Principe del Volto divino: egli proviene dal 'chasmal', il grande fuoco che consuma il mondo, ed è l’intermediario tra la Causa delle Cause e i mondi; egli è fatto di fuoco e di acqua e racchiude tutte le opposizioni del creato e le concilia in perfetta armonia.

la Giustizia

La Giustizia esprime il concetto di necessità che mantiene ogni cosa nel proprio ordine e nel proprio corso.
Se Tèmi rappresenta l’ordine naturale e divino, Dike, la figlia vergine identica alla madre, rappresenta l’ordine sociale: il compito di Dike, la Giustizia, è di regolare i rapporti tra gli uomini, dettare le norme del vivere civile come riflesso dell’ordine celeste e divino.

l'Eremita

Un uomo anziano e curvo, con la barba, che tiene in mano una clessidra, rappresenta il dio del tempo: Crono, o Saturno, il pianeta eremita dei cieli che viaggia nella sua orbita lunghissima attraverso remote regioni astrali, suggerendo l’idea di solitudine e lento cammino.

la Ruota della Fortuna

Simbolo ambiguo, la Ruota è rappresentazione sia della totalità del cosmo, sia di mobilità e di instabilità; e se la Sorte poggia su una ruota in modo instabile, non può promettere che instabilità ai mortali… “Vanità delle vanità, tutto il mondo è vanità”.
Eppure il moto della Ruota è ciclico ed equilibrato, come l’azione incessante del tempo e dei ritmi naturali nell’alternarsi di nascita, riproduzione, morte…
La Ruota, in verità, non è mossa dal capriccio di una dea bendata, ma dalle leggi universali della ciclicità, nella totalità temporale e nell’eterno ritorno.

la Forza

La raffigurazione che presenta un uomo che combatte un leone si riferisce al mito di Eracle, la cui prima fatica fu quella di uccidere il leone di Nemea, un essere legato al mondo infero.
Prima di riuscire nell’impresa Eracle dovette inabissarsi con il leone nelle profondità della sua tana, e restarvi per trenta giorni, prigioniero di un sonno profondo simile a morte. Al trentesimo giorno Eracle si risvegliò, combatté contro il leone, lo soffocò, lo scuoiò con i gli artigli stessi della fiera e ne indossò la pelle invulnerabile.
La forza invincibile dell’eroe proveniva da questa iniziazione in cui aveva attraversato i luoghi della morte senza essere annientato dal terrore.

l'Appeso

Sospeso tra il Cielo e la Terra, l'Appeso aspetta di nascere attraverso il suo supplizio.
Il giovane ha la testa rivolta verso il basso, è appeso per una gamba, l'altra gamba ripiegata, le mani legate dietro la schiena in segno di sottomissione. Tuttavia, stranamente, il suo volto è sereno, non esprime rabbia, dolore e tutta la gamma di sentimenti che potremmo aspettarci da uno nella sua condizione: egli è sereno, ha addirittura sul viso un'espressione di estasi che va al di là di tutto quanto gli sta capitando: segno di introspezione, di autoanalisi, di cambiamento profondo nella vita psichica, di abbandono della personalità esterna, egoistica.
L'Appeso simboleggia l'apprendimento di qualcosa di eccezionale attraverso il dolore e la sofferenza: l'iniziazione attraverso un sacrificio che porterà in cambio la vita eterna, la conoscenza occulta, il potere degli incantesimi.

la Morte

Per il saggio, la Morte non è la mietitrice crudele e senza senso: è il nesso tra il noto e l'ignoto, il solvente che rende possibili ulteriori esperienze, che introduce ad altri mondi.
Lo spirito di stagnazione e il peggior nemico dell'anima.
La Morte simboleggia un passaggio che non estingue nulla, ma libera le energie prostrate sotto il peso della materia inerte: essa fa rivivere, dissociando ciò che non può più stare unito.

la Temperanza

In senso proprio e originario, per temperanza si intende "mescolare nelle giuste proporzioni".
La figura alata a cui è dato il nome di Temperanza ha che fare con l'acqua della vita, fonte di rigenerazione e di purificazione, e con l'eterna legge della circolazione dei fluidi vitali sul piano cosmico e psichico.
L'energia vitale non si disperde: è come un liquido continuamente versato da un contenitore all'altro senza che ne diminuiscano le sue qualità: qualcosa di simile alla pioggia che, scesa sulla terra dal cielo, vi risale sotto forma di vapore dando luogo ad un ciclo perenne senza cui non vi sarebbe vita.

il Diavolo

Il Diavolo è l'Antagonista, il Nemico, lo Spirito del Male, il Principe della Materia, il Supremo Ingannatore, il Maestro dell'Illusione; è il Colpevole che attira a sé il castigo e, al tempo stesso, è il Castigatore.
La figura demoniaca riflette un duplice livello di esperienza umana e storica: l'esistenza del male metafisico e la presenza concreta del male nel quotidiano, nei fallimenti individuali e nella vanità delle imprese umane.
Il demoniaco rappresenta tutte le forze che turbano, oscurano e indeboliscono la coscienza e la fanno regredire verso l'indeterminato e l'ambivalente, tenendola prigioniera delle passioni, dei vizi, del piano materiale in cui tutto è apparente, contingente, corruttibile.

la Torre

L'immagine della Torre evoca una costruzione solida ed elevata: ha una parte sotterranea (le fondamenta), una parte poggiata sulla terra e una parte aerea. La Torre dunque rappresenta l'asse che unisce il mondo sotterraneo, la terra e il cielo.
Ma l'iconografia della Torre richiama alla mente la vicenda di Babele: vi è il concetto di materializzazione e di prigionia dello spirito nella materia dalla quale esso vorrebbe, con slancio profano - privo dei necessari atti sacrali - fuoriuscire per levarsi al cielo.
La Torre pertanto è anche immagine della smisurata superbia umana, destinata al castigo.

le Stelle

Gli astri luminosi che eseguono nelle sconfinate distese dei cieli una lenta danza ritmica, senza sbagliare o smarrire il proprio sentiero, offrono lo spettacolo di un ordine e di un'armonia imperturbabile.
Di fronte alla pura bellezza della loro luce e alla maestà del loro incedere costante e silenzioso, le Stelle suscitano la consapevolezza che l'universo non è retto dal cieco caso, né dalla sciocca perfidia dei demoni, ma da una legge positiva, eterna e immutabile.

la Luna

Con la periodicità del suo ciclo e la sua inesauribile continuità, la Luna simboleggia l'eterno ritorno, la vita ultraterrena dell'anima, i ritmi della vita e della natura: acque, vegetazione, fertilità sono ad essa legate.
La sfera lunare è notturna, inconscia, crepuscolare.
E' la parte primitiva e femminile latente in noi; è la vita animica infantile, mutevole, vibratile, in cui regnano la magia e i sortilegi, in cui dominano le fantasie, i sogni, le fantasticherie, le illusioni.

il Sole

Il valore totalizzante del Sole come trionfo della luce sulle tenebre, del giorno sulla notte, non deve far dimenticare la fondamentale ambivalenza del simbolo.
Il Sole immortale si leva ogni mattino per discendere ogni sera nella cupa profondità della notte: ossia, la divina potenza del Sole scende ogni notte nel regno dei morti e lo attraversa, senza dover subire egli stesso la morte, per poi risorgere all'alba.
Di qui la funzione ambivalente del Sole, di psicopompo e ierofante iniziatico, che può condurre l'anima umana nel regno dei morti, guidarla attraverso le regioni infernali e riportarla alla luce del giorno, alla salvezza spirituale.

il Giudizio

Ognuno di noi può essere un 'morto', un dormiente che vive ancora assopito nell'errore.
Il senso più profondo del Giudizio è il 'risveglio' dello spirito purificato dopo la morte iniziatica. L'evocazione è compiuta dall'alato messaggero celeste, l'angelo con la tromba, mediatore tra la realtà umana e quella divina, tramite fra il mondo sensibile e l'inaccessibile principio primo.
Il suono della tromba ci sveglierà dal sonno mortale per riportare all'anima la scintilla dello spirito divino.

il Mondo

Il Mondo rappresenta evidentemente il Cosmo, con gli emblemi degli Evangelisti a simboleggiare la Materia (i quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco) e il Tempo (le quattro stagioni), e con la figura angelica semicoperta da un drappo, inserita in una corona di foglie e fiori a forma di mandorla, a simboleggiare l’Anima Mundi (l’anima corporea dell’universo).
L’idea di fondo è l’unità nella molteplicità: la realtà materiale, il mondo visibile, l’uomo, fanno parte di un disegno unico che è il riverbero di una realtà superiore.

il Matto

Il Matto racchiude in sé il mistero della follia. È il ricettacolo vuoto entro cui possono risuonare le voci remote delle realtà superiori.
Il suo pellegrinare per le strade del mondo lo rende emblema dei vagabondaggi dell’anima, alla perenne ricerca di una meta, perché la strada della conoscenza è senza fine.
Chi è il Matto? È forse colui che ha ricevuto la visione della realtà suprema e non ha retto a tanta perfezione?
Posto al di fuori del mondo, lo sguardo perduto nel vuoto, peregrino di terra in terra senza requie, egli è diverso da tutti gli altri mortali, la sua pazzia lo allontana dagli uomini per porlo vicino agli dèi.
«Sono incapace di intendere e di volere. Sono maschio e femmina, volontà e azione, sono il Nulla nello stadio mentale che precede il Tutto. Sono indifferente perché sono indifferenziato. Sono il caos, il silenzio, l’urlo e la furia, la terra dei morti e la terra dei vivi, prima che vita e morte siano state create. Il mio vestito a brandelli rispecchia l’anima mia fatta a brani… Quando le contraddizioni spariscono, quando le differenze si cancellano, quando il Nulla è il Tutto, allora la suprema follia è sapienza totale». Così direbbe il Matto