nel giardino dei sentieri che si biforcano

gli arcani dei tarocchi sono sono chiavi di lettura, molteplici percorsi che puoi seguire per attraversare un intreccio di diverse opere poetiche


La quarta dimensione

Un giorno per puro caso, rivolgendo lo sguardo in una direzione insolita, riesco a scorgere la quarta dimensione, così, semplicemente, come il piatto abitante di Flatlandia potrebbe scorgere la terza se soltanto volgesse il naso in su… Gli occhi catturati da quelle magiche profondità che si aprono nell'altrove, eppure così vicine da pensare di potermici immergere, resto immobile per ore attento a non uscire da quella singolare prospettiva. Poi, colto ormai da stanchezza e dallo stordimento che insorge di fronte a cose che superano di gran lunga la comprensione umana, devo infine cedere, sopraffatto, e chiudere gli occhi, e sedermi in poltrona. Mi addormento di schianto, felice, e sogno l'altrove.
Al risveglio voglio comunicare la mia conquista. Corro come un forsennato per le strade, eccitato più d’un pazzo; ma di fronte alla gente che fermo, per quanto io ritorca il collo e rotei gli occhi dentro le orbite — fino a produrre probabilmente orribili smorfie — non riesco più a riafferrare quella fantastica direzione. Arrossisco allora di vergogna, balbetto, finché la gente poi non si allontana, alcuni spaventati altri divertiti. Inoltre, perfino i miei ricordi ora non sono più nitidi dei sogni, si confondono con essi e, come di colpo appiattiti, non riesco più a ritrovarvi quella misteriosa profondità che mi aveva catturato.
Ritorno a casa, terribilmente abbattuto. « Eppure », ripeto a me stesso, ma ormai io stesso incredulo, « è bastato guardare… sì… guardare in su… ».

Camera con vista

Vita, comoda cella:
meglio sarebbe senza la finestra
che inquadra il mondo vero.


L'inganno mi godrei beatamente.